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SENZA IDENTITA' NON V'E' APPARTENENZA

Attività didattica nell’ Istituto Comprensivo Pietro Ardito

A seguito di intensi e proficui incontri con la  Dirigente dell’Istituto Comprensivo Pietro Ardito, il rappresentante dei genitori dell'istituto ed i professori di settore, si è definita una attività didattica di programmazione annuale fra l' Associazione Culturale "Osservatorio delle Due Sicilie" e l'istituto al fine di promuovere e di svolgere nelle terze classi della scuola secondaria di primo grado "Pitagora".un percorso storico di approfondimento della storia d'Italia non sempre evidenziato adeguatamente della letteratura scolastica.

Tale attività fa parte di un Programma didattico identitario denominato "Il Risorgimento visto da Sud", ideato per le scuole, che si colloca nell'ampio spazio culturale, educativo e formativo di queste ultime, in chiave di approfondimento storico dei periodi pre e post 1861. Il "Risorgimento visto da Sud", infatti, si propone di impostare, d’intesa con Dirigenti Scolastici e Insegnanti, un percorso di memoria, orgoglio, riscatto e ricercare itinerari didattici dedicati nelle scuole dell’obbligo, nell’ambito dell’Autonomia didattica, quale componente dell’autonomia delle singole scuole (Legge n. 59/97), e della possibilità di formulare curricoli composti da una quota di discipline liberamente scelte dalle scuole.

L’iniziativa proposta nella scuola secondaria di primo grado “Pietro Ardito”, intende approfondire il programma di storia, nella parte inerente il Risorgimento, con nozioni storiche emerse da validate ricerche storiche e di archivio. Il programma ideato riguarda brevi comunicazioni da collocare in un percorso cronologico e divulgate mediante supporti multimediali, identificate dalle seguenti proposte:

Fase Pre-unitaria

1a Lezione

Comunicazione introduttiva generica di Geo-storia riguardante la penisola italiana attraverso gli ultimi 7-8 secoli con approfondimento della storia pre-unitaria e breve cronistoria degli avvenimenti durante la fase di “annessione” al Regno all’Italia.

2a Lezione

Comunicazione specifica sulla situazione industriale ed economica del Regno delle Due Sicilie le industrie esistenti all’atto dell’unificazione: agricoltura, industrie del settore tessile, poli siderurgici (esempio su tutti: Mongiana, per l’importanza del sito, e della vallata dello Stilaro in genere, riguardo l’attività estrattiva mineraria e di trasformazione/innovazione metallurgica per la creazione anche di particolari leghe impiegate nei progetti infrastrutturali del regno). Proposta da completarsi ed arricchirsi con la gita, già programmata dalla scuola nella primavera 2024, a Mongiana (VV) per visitare, con opportuna guida, il MuFAr (Museo della Fabbrica di Armi) unitamente alla Real Fonderia, interessata peraltro da recentissimi lavori di scavo archeologico da parte della Soprintendenza dei beni Architettonici a cui si parteciperà come Associazione e se ne curerà insieme lo svolgimento;

3a Lezione

Simboli e misconosciuti e/o dimenticati inerenti l’Identità del popolo del Sud/delle Due Sicilie. Nello specifico si illustreranno:

Inno del Regno delle Due Sicilie (G. Paisiello): origini e conoscenza, da approfondire con i maestri di musica;

La bandiera: origini, simboli e stemmi riportati su di essa, evoluzione con la trasformazione attraverso i vari domini in oltre 700 anni di storia del Sud Italia;

San Francesco di Paola, Patrono del Regno: nomina da Papa Urbano III (23 marzo 1630) a Patrono del Regno di Sicilia e sua venerazione da parte dei Popoli “Napolitani”;

 

Il breve periodo della dominazione Francese/Murattiana nel Regno di Napoli, con particolare riferimento al fallimento dello sbarco, alla fucilazione di Murat, alla sua fallimentare spedizione di conquista, alla leggenda del tradimento di Pizzo;

Durata 1 ora. Dibattito con studenti: domande e discussione.

 

Fase Risorgimento

4a Lezione

Analisi-racconto su Maria Sofia, ultima Regina delle Due Sicilie, sul suo matrimonio con Re Francesco, fino al suo eroico ruolo a Gaeta. Analisi dell’assedio che segnò la fine del regno e l’inizio del Brigantaggio, le decisioni di Re Francesco, il suo ruolo nella fase finale del regno. Verità storiche sull’azione di Cavour ruoli dei generali piemontesi. Guerra di conquista o annessione ad una nazione. Fenestrelle leggenda o realtà;Durata 1 ora. Possibile attività con studenti: creazione di fumetto o disegni sulla vita della Regina Sofia, da approfondire con gli insegnanti di Disegno Artistico; 

 

Fase Post-unitaria

5a Lezione

Origini ed analisi del fenomeno del Brigantaggio post unitario; il medico piemontese Lombroso e gli effetti delle sue teorie;Durata 1 ora. Dibattito con studenti: domande e discussione.

 

 Fine Programma:  Ideazione di un riconoscimento identitario da consegnare a fine progetto scolastico;

Orari e date delle attività saranno concordate, nell’ambito del progetto presentato, di volta in volta con i Docenti.

 

gaeta23aggGAETA 2023

Dopo 2 anni di assenza a causa della pandemia riprendono gli appuntamenti dal vivo a Gaeta.

Venerdì pomeriggio tutti gli autori di testi che parlano della nostra storia hanno presentato i loro lavori, L'Osservatorio ha riproposto  la pubblicazione del libro curato dal direttivo “CAPIRE IL BRIGANTAGGIO POSTUNITARIO E LE SUE ORIGINI IN TERRA DI “CALABRIE” uno studio innovativo ed approfondimenti storici su oltre mille processi analizzati.

libro23

 

Sabato mattina è stato dedicato al tour storico attraverso i luoghi della resistenza di Gaeta nei tragici giorni del 1861. Qui riportiamo la foto del balcone di una delle residenze del re e dal quale si affacciava per salutare i concittadini.

 

balconere

 

Sabato pomeriggio c'è stato il tradizionale incontro delle associazioni in cui si è esposto il lavoro fatto sul territorio. In questo ambito l'Osservatorio ha proposto un'analisi sull'autonomia differenzia, quale attuazione del federalismo fiscale più che crescita dell'autonomie regionali, e gli effetti "nocivi" che essa ha per la unità d’Italia (più correttamente annessione di stati!) ma anche per il Sud dopo 150 anni di colonizzazione e mancata euguaglianza di investimenti.

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Domenica mattina, dopo la Santa messa, come da tradizione l'alza bandiera.

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Per chi vuole rivedere l'intervento del presidenre dell'Osservatorio cliccare sul link -  https://www.facebook.com/AFidel25/videos/1427906284702992

 

 

Centralità della persona ed Economia Civile, la lezione degli economisti napoletani del 700

 

Procida Capitale della cultura 2022 - Intervento Ing. Carlo Bernardo

 

Sappiamo che la centralità della persona è al cuore degli insegnamenti di Papa Francesco, pertanto mi piace ricordare che sono giusto 8 anni dal 25 novembre 2014 quando il Papa fece un Discorso appassionato al Parlamento Europeo in cui il concetto di Centralità e Dignità della persona ebbe vasta risonanza. In quella occasione il Papa ci ricordava che la dignità umana è al cuore del progetto politico dell’Unione Europea, così come pensato dai padri fondatori.

In quella occasione ha evidenziato che affermare la centralità della persona umana si esplica in tante forme: la democrazia, il rispetto per la libertà religiosa, l’educazione, la famiglia, le fragilità, la ricerca scientifica, la difesa dell’ambiente, il clima, il lavoro, la questione migratoria.

Manifestò l’auspicio di costruire un’Europa che ruoti non intorno all’economia ma intorno alla sacralità della persona umana, dei valori inalienabili della persona umana.

La questione dell’economia è un tema molto a cuore e molto all’attenzione di questo Pontefice in quanto si inserisce nella sua opzione preferenziale per i poveri come emerge dai vari documenti apostolici, in particolare le Encicliche Laudato Sì e Fratelli Tutti oltre che l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium.

Secondo papa Francesco, “la dignità di ogni persona e il Bene Comune sono questioni che devono strutturare tutta la politica economica, e non essere considerate come mere appendici. Debbono costituire la base dei programmi che mirano a un autentico sviluppo integrale (cf EG n. 203)”.

In questo paragrafo della Evangelii Gaudium il Papa evidenzia le parole che sono diventate scomode per questo sistema.

Dice infatti: -Dà fastidio che si parli di etica, dà fastidio che si parli di solidarietà mondiale, dà fastidio che si parli di distribuzione dei beni, dà fastidio che si parli di difendere i posti di lavoro, dà fastidio che si parli della dignità dei deboli, dà fastidio che si parli di un Dio che esige un impegno per la giustizia-.

Al paragrafo successivo (EG n.204) è aggiunto: “Non possiamo più confidare nelle forze cieche e nella mano invisibile del mercato. La crescita in equità esige qualcosa di più della crescita economica, benché la presupponga, richiede decisioni, programmi, meccanismi e processi specificamente orientati a una migliore (ri-)distribuzione delle entrate, alla creazione di opportunità di lavoro, a una promozione integrale dei poveri che superi il mero assistenzialismo. Lungi da me il proporre un populismo irresponsabile, ma l’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando si pretende di aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi”.

Questi documenti del Papa, della Chiesa, sono fatti per tutti noi, per tutti noi che ci interroghiamo sulle ingiustizie del mondo, noi che magari ci arrovelliamo su che fare e però snobbiamo i documenti che ci aiuterebbero a capire come ciascuno di noi potrebbe dare il proprio contributo per un mondo più giusto.

Tenendo presente i tanti documenti della Chiesa, nel tentativo di fare una sintesi per arrivare ad un discorso compiuto, occorre partire dal conosciutissimo e tanto declamato motto della modernità “Libertà, Uguaglianza, Fraternità”.

Papa Francesco, nell’Enciclica Fratelli Tutti, ci ricorda che nelle relazioni umane improntate a questo motto, la parola Fraternità è stata dimenticata.

Ci dice che per costruire relazioni sociali edificanti dobbiamo riprendere questo termine dimenticato.

Tra le indicazioni di carattere generali il Papa dice che “Non è sufficiente sperare che i poveri raccolgano le briciole che cadono dalla tavola dei ricchi”. Il cosiddetto sgocciolamento.

Nelle attuali condizioni storiche di globalizzazione dei mercati e finanziarizzazione dell’economia, una guerra di tutti contro tutti a livello planetario, nemmeno l’effetto sgocciolamento si può più verificare.

Sono necessarie azioni dirette a favore dei più svantaggiati, l’attenzione per i quali, come quella per i più piccoli all’interno di una famiglia, dovrebbe essere prioritaria per i governanti.

Ci vuole proprio l’apporto specifico ed insostituibile della politica, urge una politica che non sia succube del capitalismo finanziario, ma che si ponga a servizio del bene comune (cf EG n. 205)

Il Papa dice alla Società Civile che, tra le cose da fare, occorre reimpostare un nuovo modello, un nuovo paradigma dell’Economia.

Questo nuovo modello, conosciuto ormai come Economia di Francesco (con riferimento a San Francesco d’Assisi) si rifà all’Economia Civile dell’Abate Antonio Genovesi, napoletano, in cui la reciprocità, la mutua attenzione tra i partner della relazione, è la cifra distintiva.

L’economia Civile è stata insegnata nell’Università di Napoli del settecento, ed il primo docente di questa disciplina è stato proprio l’Abate Antonio Genovesi, docente dal 1754 fino alla sua morte.

Questa scuola di pensiero subisce una prima dèbacle con la rivoluzione francese e poi un maggior colpo gli viene assestato con il Risorgimento e tutto ciò che ne seguì.    

Oggi l’EC è stata riscoperta per merito del Prof. Stefano Zamagni dell’Università di Bologna e dal Prof. Luigino Bruni docente alla LUMSA di Roma che ne ha proseguito l’opera. Collabora anche la suora economista Alessandra Smerilli.

Questa disciplina è ora insegnata nella Università Cattolica (LUMSA di Roma), Università Sophia di Loppiano, detiene quindi un impianto solido e ben strutturato capace di comprendere la complessità del nostro tempo.

Sappiamo che l’Economia Civile dell’Abate Antonio Genovesi fu aspramente criticata dal maggiore economista e politico dell’ottocento, tale Francesco Ferrara che apparteneva a quella scuola di pensiero laicista che guardava oltralpe per reperire modelli per la costituzione del paradiso in terra. Non a caso si esprimeva cosi: «i meriti della fondazione dell’economia appartengono a Smith inglese, od a Turgot francese, non a Genovesi, a Verri, a Beccaria»

Ma la cosa strana è che, quando era in vita, la Chiesa dell’epoca non fu tenera nei confronti dell’Abate, fu piuttosto tollerato ma mai apprezzato.

Avendo però ricevuto un incarico di docente nell’Università Statale di Napoli possiamo arguire che la classe dirigente politica e la casa reale dell’epoca, erano più aperti al nuovo e disponibili nei suoi confronti rispetto alla Chiesa di quei tempi.

Questo per dire che non è scontata l’adesione di Papa Francesco e della Chiesa verso questa visione dell’economia.

Se la cifra distintiva dell’Economia Civile è la Reciprocità, quindi la fratellanza, il rispetto per l’altro, nel modello di economia di Adam Smith è invece solo e soltanto il profitto che nasce dalla libertà d’impresa. Una libertà senza responsabilità, senza legami, senza vincoli, senza attenzione all’ambiente e senza attenzione all’altro ma piuttosto nel cercare di convincerlo con pseudo consigli per gli acquisti. Una economia, spesso, predatoria.

Non a caso, nelle migliori scuole di management americane per dirigenti, il testo fondamentale è “L’Arte della guerra” del cinese Sun-Tzu. Un testo di psicologia della guerra scritto da oltre due millenni.

In più, con l’avvento della globalizzazione, ora l’economia è diventata il regno dei fini e la politica il regno dei mezzi, in buona sostanza l’economia comanda e la politica esegue.

Una visione ed una prassi che porta inevitabilmente ai conflitti armati.

Nella visione del pensiero dell’Economia Civile, al centro del discorso economico c’è l’uomo nella sua integralità.

E quindi la Politica deve definire i fini e l’Economia deve definire i mezzi per raggiungerli.

Papa Francesco non si scaglia contro l’economia di mercato, ma contro questo modo di interpretare l’economia.

Per esprimere questo concetto cita l’episodio dell’incontro di Zaccheo con Gesù.

Zaccheo è un uomo odiato perché, da ebreo, è al servizio dell’impero dell’epoca, quello dei romani. Zaccheo è un pubblicano cioè raccoglie le tasse per i dominatori.

Inoltre ci mette di suo una ulteriore cattiveria; fa i soldi con i soldi, diremmo oggi.

Gesù – spiega Papa Francesco – non chiede a Zaccheo di cambiare il proprio lavoro, né di denunciare la propria attività commerciale; lo induce però a cambiare atteggiamento, gli chiede di porsi liberamente, immediatamente e senza discussione, al servizio degli uomini.

E Zaccheo si ravvede, obbedisce e promette anche di restituire quello che ha rubato.

Vale la pena ora evidenziare alcuni aspetti dell’Economia Civile, per capire meglio di che si tratta.

Certamente questo mio dire non può e non vuole essere una lezione sull’Economia Civile a cui sono dedicati corsi universitari, ma qualche concetto, qualche idea, credo valga la pena sottolinearla.

Questo per suscitare l’interesse verso questa scienza e verso il suo maggiore studioso Antonio Genovesi, una personalità che è stato messo nel dimenticatoio della Storia.

Anzitutto c’è da dire che da qualche decennio è terminata l’epoca delle rivoluzioni industriali e con la crisi dei sistemi del socialismo reale il sistema capitalistico non è stato più messo in discussione.

Negli ultimi decenni l’unica novità, in peggio, è stata la globalizzazione dei mercati e la finanziarizzazione dell’economia, cose che inizialmente avevano creato illusioni di chissà quale futuro radioso.

In tutto questo l’Economia Civile rappresenta un laboratorio di teoria e prassi che prova ad immaginare un futuro diverso da quello che ci viene prospettato dalle oligarchie finanziarie globali.

L’Economia Civile è una visione tipicamente meridiana, nata a Napoli, recepita anche in altre parti d’Italia ed ora anche in varie parti del mondo. È una via diversa rispetto all’economia di mercato oggi dominante che sta guidando, plasmando il mondo e le nostre menti.

L’Economia Civile, se ben capita, è in grado di farci sognare, di darci l’entusiasmo e dare la carica necessaria a chi vuole costruire un mondo migliore.

L’Economia Civile di Genovesi faceva riferimento a termini quali: felicità, reciprocità, fiducia.

Alla base del pensiero Genovesiano vi era una visione ottimistica dell’uomo, diversamente dalla visione pessimistica di Adam Smith che riteneva che il Bene Totale poteva nascere dal gioco degli interessi privati di individui egoisti, dove era poi la cosiddetta “mano invisibile” ad aggiustare le cose.

Alcuni concetti e termini chiave che si incontrano nella scuola di pensiero dell’EC, sono:

Socialità qualificata intesa come reciprocità, amicizia, mutua assistenza, fraternità.

Relazionale, nel senso che chi inizia la relazione si prende cura degli interessi dell’altro senza domandarsi se ci sarà o no la reciprocità in quanto si basa su un investimento in fiducia.

Cooperativa, nel senso che l’agire insieme, comunitario, produce sicuramente frutti copiosi. Pensiamo alle grandi e piccole cattedrali della cristianità costruite col lavoro volontario di migliaia di persone.

Fiducia, termine chiave inteso sia come fiducia pubblica che come fiducia privata e che esprimono la precondizione dello sviluppo economico. Fiducia privata intesa come reputazione di una persona e fiducia pubblica inteso come amore per il bene comune e amore per le istituzioni.

Lo stesso Genovesi dice: “Questa parola fides significa corda che lega e unisce.

La fede pubblica è dunque il vincolo delle famiglie unite in vita compagnevole”.

Lavoro come luogo di buona esistenza quindi come opera che ti gratifica e non come attività alienante e pertanto si capisce che il profitto non è il solo elemento di cui tener conto.

Etica nella gestione dei beni comuni: Aria, acqua, ambiente, foreste, pesca. Non si può pensare che sono di proprietà del più forte del momento.

 

Conclusione

Sorge a questo punto una domanda.

Sono attuali gli insegnamenti dell’abate Antonio Genovesi?

È attuale l’Economia Civile? Oppure è solo una visione di Papa Francesco?

C’è da dire che Antonio Genovesi è stato prima di tutto un educatore, dalla sua scuola sono usciti migliaia di giovani entusiasti del suo pensiero.

Ha formato le menti alla gestione della complessità, della connessione e della interconnessione dei saperi. Ha dato una visione sistemica della realtà. Ha proposto ed attuato una nuova visione pedagogica, ha proposto l’idea di premialità della virtù. Tutti temi certamente attuali.

La sua visione pedagogica riguarda campi diversi del sapere, voglio ricordare come esempio un suo discepolo di Brindisi che ha scritto un trattato di Architettura Civile.

L’Economia Civile è attuale?

Certo, è attuale in tutti i suoi aspetti.

gaeta 24GAETA 2024

Come da trazione si è svolta la tre giorni di Gaeta fra incontri culturali e gite identitarie.

Il venerdì pomeriggio è stato dedicato alla presentazione dei libri su argomenti della storia identitaria o su aspetti che coinvolgono il Sud o che raccontano del Sud.

Sotto quest'ultimo aspetto è stato presentato il libro 34 % che già sul nostro sito è stato esposto quale percentuale che al Sud è mancata nella ripartizione degli investimenti negli ultimi 30 anni.

Lavoro che merita una particolare attenzione è il nuovo lavoro del Prof. Gangemi "senza tocco di campane" che ci parla delle vittime civili della "guerra civile" che si è svolta nel meridione fra il 1860 ed il 1870. Una guerra che è stata confusa dai vincitori come "liberazione" del sud ma i dati mostrano ben altro, non solo fu guerra di conquista e di annessione ma fu soprattutto una guerra che ha coinvolto l'intera popolazione "grazie" anche alla prima legge razziale qual'è stata la Legge Pica.

Lotta al brigantaggio che ha nascosto distruzione di interi paesi, fucilazione senza processo arresti domiciliari coatti per generare forza lavoro al Nord a discapito delle provincie Napolitane.

La giornata di sabato è iniziata con la visita al Castello Aragonese e le annesse carceri borboniche , castello reale che la "Damnatio memoriae" ha voluto che si  trasformasse interamente nel carcere di Gaeta molto famoso fino a 30 anni fa. Carcere di massima sicurezza che ha ospitato fino al 1990 il tenente colonnello della Gestapo Herbert Kappler, autore dell’eccidio delle fosse Ardeatine compiuto a Roma nel 1944, e il capitano delle S.S. Walter Reder, riconosciuto come essere il responsabile delle stragi di Marzabotto.

Nel pomeriggio si è svolta la presentazione dei lavori annuali delle associazioni duosiciliane e due approfondimenti della figura del re Francesco II tenute dal Gigi di Fiore e dalla prof. Spadaro.

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LA NOSTRA SERATA

 

La serata  celebrativa del nostro percorso è stata organizzata presso la "Masseria I RISI" a cui vanno i nostri ringraziamenti e complimenti. Sono stati nostri ospiti tutti i soci che hanno voluto partecipare, i soci che negli anni si sono alternati alla guida dell'Associazione.

Sono stati presenti molti ospiti simpatizzanti della nostra attività ed delle istituzioni. Molto gradita è stata la presenta della rappresentanza del Liceo Scientifico G. Galileo con il quale nella mattinata si è organizzato un incontro con gli allievi delle V classi. In particolare ringraziamo la Preside dell'istituto per aver accolto la nostra iniziativa.

 

 La serata è stata moderata ed introdotta dal presidente A. Malerba, che ha evidenziato lo spirito in cui si muove l'Associazione. Dopo l'immancabile inno ha preso la parola il "mitico" Capitano Romano con le sue presentazioni storiche di quello che è stato il Regno delle due Sicilie e di quello che poteva essere una vera unificazione.

 

romanorisi

 

 

 

 

Dopo le conclusioni fatte dal vicepresidente Bernardo, che ha elencato tutte una serie di vicende che di fatto mostrano come siamo ancora lontani da essere una nazione unità, ai graditi ospiti è stata offerta una serata con i Kalura che nel loro spettacolo ripercorrono un pò le vicissitudini della nostra nostra storia.

La serata si è conclusa con la cena sociale e la tradizionale foto di gruppo con la torta

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Ringraziamento finale agli sponsor della serata sempre importanti per le iniziative di Associazioni di volontario, e senza i quali non potrebbero essere realizzate al meglio tali eventi

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 NEL MENU AFFIANCO TROVERETE IL LINK PER GUSTARE UN VIDEO DELLA SERATA

 

 

 

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