Questo sito usa cookies tecnici e di terze parti per le statistiche di visita al sito. Il sito non usa cookies di profilazione per invio di forme pubblicitarie.

SENZA IDENTITA' NON V'E' APPARTENENZA

L'articolo

TEMATICHE

ATTUALI

 

 PERSONAGGI

STORICI

 

Selezionati da

logo

 Autori

pa ndi Pino Aprile

gde ndi G. De Crescenzo

gigi ndi Gigi di Fiore

acianodi Antonio Ciano

 

Perche' Agenda Sud 34

In un paese (nazione) normale il concetto e la stesura di "Agenda Sud 34" non sarebbe nemmeno concepibile, perchè? Perchè sia la petizione e sia la legge che ne è scaturita in un paese normale non avrebbe modo di esistere, perchè? Perchè tutti i cittadini, i comuni, i territori dovrebbero avere la stessa attenzione, la stessa distribuzione di fondi "statali"(fondi ordinari, di base!), gli stessi investimenti, la stessa "legge di ripartizione" in modo naturale, per il principio stesso di democrazia. E' come se un giudice dicesse (ordina!) al padre di famiglia che la paghetta settimanale per i figli deve essere la stessa e non distribuita secondo l'altezza, il peso fisico o il sesso. Ciò sarebbe da tutti i cittadini mondiali concepito come strano; questo perchè?

Il perchè è noto a tutti i movimenti, i politici, gli studenti, le persone che buttati via i libri di storia (scritta dai vincitori ed occultata negli anni) hanno preso in mano la storia del Sud.  La verità è quella che emerge dagli archivi, dai fatti, dalle ricerche (in Italia e fuori d'Italia) dice che Agenda Sud 34 non poteva che nascere dalla cultura duosiciliana, da chi conosce la verità di una unione truffaldina, sfruttamento centennale, da chi sa di un'ingiustizia radicata. Da chi piano piano sta portando alla luce  una assenza di identità storico-culturale negli anni, una svendita dei principi della politica che da sempre ha accompagnato la NOSTRA STORIA.agenda34 img01

Purtroppo non è bastato eleggere i nostri rappresentanti nelle istituzioni per difendere i nostri diritti (pensate, Crispi era siciliano!, e  da 16 anni, oggi si va sui 21, il presidente della Repubblica è meridionale, ma non meridionalista!) di cittadini "italiani" ma ci si è dovuti rivolgere al "giudice" terzo l'Europa (che solo a nominarla!...). Un giudice che dicesse al Governo Italiano, Parlamento, Istituzioni di diritto che la storia è "un'altra storia" e che tutti sono cittadini "italiani" e non "f.d.p!".

Da quando si sapeva ciò? Da sempre! Per chi aveva voglia di capirlo, ovviamente! I numeri sono inconfondibili, innegabili, anche perchè li scrive la stessa istituzione che avrebbe dovuto porvi rimedio! Si lo stesso Stato scrive nei suoi conti che al Sud tocca meno!

Esiste uno studio molto accurato fatto dai ricercatori V. Daniele e P. Malanima (per chi vuole approfondire) che già nel 2008 metteva nero su biano quello che era sotto gli occhi di tutti, ossia, che dal 1860 quando la nostra (SUD o meglio Regno delle due Sicilie!) economia era la terza in europa ad oggi (2008 nello studio) il divario Nord-Sud è cresciuto esponenzialmente. Nello stesso studio c'è un grafico molto interessante che mostra come il salario medio al sud negli anni 1850-1860 si stava impennando lasciando nettamente indietro le Regioni del Nord (questo è noto a tutti! Basta pensare ai poli industriali del Regno ed alla fame delle paludi del nord). Poi qualcuno in Italia ma sopratutto fuori dell'Italia ha deciso che l'unità d'Italia era indispensabile non per il Sud ma per le casse povere e sprecone del Piemonte.. e fu l'inizio di un lento declino!

La sintesi è bene evidenziata in una tabella della petizione fatta in sede europea, che fa notare come nel Regno in campo industriale vi erano più lavoratori di tutto il Nord e Centro messi insieme!

agenda34 img02

Questo dimostra come l'unità d'Italia non fu equa per noi. Anzi possiamo notare da un altro grafico del lavoro di V. Daniele e P.Malanima come il gap di "crisi economica" del Sud è stato senza "freni" con il suo massimo nel 1950.

agenda34 img03 Ma andiamo al centro del problema. Ossia come lo Stato ha ripartito i fondi sul territorio nazionale, e prendiamo spunto proprio dal grafico affianco.

Si noterà che la popolazione nel Sud è rimasta (dopo tutto!) dal 1890 agli anni 2000 pressocchè invariata sul 35 %. Ciò lo possiamo constatare da un  grafico dell'ISTAT. Nelle figure sottostanti si vede che il grafico degli ultimi 20 anni è proprio medio fra il Nord ed il Centro quindi circa il 35/36 % della popolazione.

 Osserviamo un particolare nel primo grafico dell'ISTAT, la parte iniziale, dove il colore arancione è sopra il colore blu e rosso. Ossia Il Sud è partito in vantaggio!

Il lettore può capire da solo come in questi due ultimi grafici ci sia ben rappresentata la "questione Meridionale" nata e voluta da precise volontà politiche italiane e con "menti raffinatissime" estere, che ancora oggi dettano legge ad una nazione fatta per uso e consumo " dell'Europa", più che per volontà popolare, quindi senza un'identità unitaria nazionalistica.

agenda34 img04

Il buon senso avrebbe imposto già nei decenni passati che il territorio fosse "sostenuto" in modo uguale, ma questo poteva essere fatto solo con il presupposto di due condizioni:

1) L'Italia era diventata unitaria per spirito nazionalista di un popolo con animi uniti "siamo tutti fratelli"

2) Negli anni la classe politica fosse stata attenta allo sviluppo del territorio, in particolar modo quella meridionale che preso coscienza della storia, doveva (ed oggi DEVE) avere più attenzione...essere più presente, difendere il proprio territorio.

Ma sappiamo come tutto ciò non è stato vero in passato, ma anche oggi le cose non sono diverse, e che se non si svegliano le coscienze e lo spirito identitario della popolazione il fatto persisterà anche nel futuro!

Se il buon padre di famiglia avesse voluto bene a tutti i suoi figli, le spese dello stato sarebbero state eque, ossia proporzionali al numero dei suoi figli. E' ed è stato cosi?. Vediamo.

agenda34 img05Nel 2007 uno studio dei CTP (conti pubblici territoriali) con analisi degli anni 1999-2005 cosi recitava: Da diversi anni si è convenuto che una quota di spesa in conto capitale ordina­ria nel Mezzogiorno superiore alla rispettiva quota di popolazione (e in particolare pari al 30 per cento, valore intermedio fra la quota di popolazione e di Pil) costi­tuisca uno degli obiettivi di politica economica, operando anche come parziale correttivo di una spesa pubblica corrente assai squilibrata (27,7 per cento) a sfavore del Mezzogiorno.

Delle tante tabelle riportiamo uno specchietto dove si evince che la "fregatura" era già in essere!

Bene (si fa per dire!) sarà cambiato qualcosa dopo che sono stati pubblicati tanti studi ed analisi... vediamo! Prendiamo in esame il prospetto 2017 dei ctp e riportiamo il grafico più significativo.

Possiamo dire che il peggio è passato? Forse si! La tendenza negli ultimi anni si è assottigliata ma andiamo ad analizzare bene i dati. agenda34 img06

Da questa analisi si vede che non è ancora il fondo ordinario ad avere avuto l'impennata ma il Fondo Europeo straordinario. Quindi c'è ancora da lavorare.

Da questo sano principio è partita la petizione al governo europeo, essa ha fatto si che venisse approvata una legge "a loro insaputa! ndr" che mettesse nero su bianco la percentuale dei fondi che ci spettano (per pareggiare!) perchè siamo cittadini italiani.. o no?

DAti tali concetti, la petizione ha avuto due punti riconosciuti come ammissibili: il riequilibrio dei fondi ordinari e la revisione storica della nostra terra! Da rapidi calcoli si può ricavare che negli ultimi 20 anni, con il pareggio di fondi, si avrebbe avuto lo stanziamento di circa 82 miliardi (stima in modo superficiale!) di euro in più per lo sviluppo e la spesa ordinaria al Sud! In altri termini ci mancano 82 miliardi di infrastrutture, scuole, sviluppo sociale, servizi ecc... chi se li è "fregati"!?... pensatici non è difficile capirlo!

A supporto di tale dato mostriamo una tabella riepilogativa dove, partendo dai dati riportati nel rapporto Svimez 2018 (http://lnx.svimez.info/svimez/rapporto-2018/) e dai dati ISTAT sulla popolazione media residente possiamo elaborare il "mancante" per le Regioni Meridionali.

tab84

La prima riga blu individua il contributo statale destinato alla regioni in conto ordinario (spesa corrente) che avrebbe dovuto essere ripartita come da legge e come da onestà territoriale in modo equo sulla popolazione.

La riga sottostante fucsia rappresenta la percentuale di popolazione residente e con una semplice proporzione a seguire i "miliardi di Euro" che toccavano alle regioni del SUD. Tale riga va confrontata con gli effettivi "arrivati" (linea rossa) la riga in banda arancio è il "mancante" ossia i miliardi di euro che invece che al sud sono finiti altrove ossia al centro ed al nord, mentre la seconda linea fucsia è la percentuale sul totale che come si vede non arriva mai al 34% circa. Fatta la somma ecco il totale 82 miliardi  in 16 anni!

 

Social

Facebook TwitterGoogle BookmarksLinkedin

Free Joomla! template by L.THEME